Lettone sì o lettone no?
Parli di co-sleeping e il mondo mammesco inevitabilmente si spacca in 2.
Si spazia da quelle che con naturalezza preparano il side-bed e creano lettoni a 3-4 piazze e quelle che con altrettanta spontaneità decidono che non fa per loro e tengono il neonato nella sua navicella o culla vicino al lettone o decidono più rigidamente che il bimbo debba dormire nella propria stanza fin dal rientro in ospedale.
Anche la letteratura in questo frangente si divide tra pro e contro del dormire con il bebè tra i genitori. Tra comodità di non doversi alzare quando piange e la sicurezza di vigilare più attentamente sul suo sonno e la considerazione che gli stiamo dando un’abitudine che sarà difficile da modificare.
“Starò sbagliando?” – si chiedono i genitori – “Starò concedendo a mio figlio un “vizio” che poi non riuscirò più a togliergli? Oppure sarà giusto così, perché tenerlo accanto a me durante la notte gli infonderà serenità e sicurezza, lo farà sentire più protetto?”
L’isola sicura’
da ‘Raccogli idee’, ed.Tresei scuola
Se di notte hai un po’ di paura
c’è sempre un’isola che è sicura.
Se il male ti tiene sveglio
vai nell’isola e stai già meglio.
e al mattino presto ti desti
a ruzzolar nell’isola resti.
Se nel cielo balena un lampo,
vai nell’isola e trovi scampo.
Per tutti i bimbi alti una spanna
isola grande è il lettone della mamma.
Questi alcuni commenti delle mamme del Gruppo sul tema Co-sleeping:
Annalisa C.: Noi siamo super affollati nel lettone babbo ,bimba di 2 anni, mamma, neonata di 3 mesi e 2 gatti ai piedi! ! Stiamo stretti ma si dorme tutta la notte…anche l’ ultima arrivata dorme dalle 23 alle 8, 30
Irene V.: Sul cosleeping hanno detto tutto, tuttissimo anzi. Secondo me l’unica regola è farlo se fa stare bene mamma e bimbo, e fregarsene del resto. Ogni mamma dovrebbe fare quello che ritiene meglio, in tutta coscienza e nella pienezza di informazione. Personalmente sono contenta che i miei figli non abbiano avuto difficoltà a dormire autonomamente, io adoro la mia parte di letto e non vorrei dividerla nemmeno con loro.
Rita M.: Nel lettone con noi dorme tutta la notte di fila, prima fino agli 8 mesi nel suo lettino si svegliava dalle 10 alle 12 o più volte per notte, ma non abbiamo mai capito perchè…
La L.: La mia la tenevo a nanna (e tuttora che ha 4anni) e dormiva tutta notte al massimo un risveglio in cui prendevo fuori la tetta e manco me ne accorgevo
Tarita M.: Mio figlio sempre dormito con noi, e mai svegliato se non il primo mese X mangiare 1 volta. Dal secondo mese in poi (ora ne ha 4) si spara 12 ore di filata.
Barbara Z.: Assolutamente d’accordo. Un’ostetrica, durante l’allattamento, mi ha detto una cosa illuminante: tu puoi vivere con tuo figlio attaccato al seno o dargli il latte ogni 4 ore, basta che 1) tu sei felice e 2) lui cresce. Della serie, non c’è un modo giusto nè sbagliato.
Effy S.: Punto 3) lui sia felice. Lo metterei al primo posto
Quando si pensa alle mamme e ai papà che dividono il lettone con i loro bambini è una la critica espressa più di frequente: “Così non ve li toglierete mai più dal letto”. In realtà i rischi più significativi associati all’abitudine del far dormire i bimbi nello stesso letto dei genitori sarebbero altri. Non solo, dividere il letto con il bebè ha anche dei vantaggi.
Bambini viziati?
Le preoccupazioni di chi crede che consentire ai bimbi di dormire nel lettone dei genitori renderà difficoltoso farli spostare nel loro letto sarebbero smentite da uno studio pubblicato nel 2011 sulla rivista Pediatrics secondo cui passare la notte con mamma e papà tra 1 e 3 anni non avrebbe effetti negativi a lungo termine sul comportamento del bambino quando avrà 5 anni. Altri studi suggeriscono che questa abitudine aiuti a rinforzare il legame tra genitori e bebè. Come ha avuto occasione di spiegare la pediatra Susan Markel in un’intervista a Fox News “i bambini hanno un bisogno innato di essere toccati e abbracciati. Amano il contatto fisico ravvicinato giorno e notte, e questo tipo di connessione è essenziale per rispondere ai bisogni di caldo, conforto e sicurezza del bambino”.
Fonte: Salute24
Dormire nel lettone con il proprio bambino è positivo per il suo sviluppo e il suo benessere psicofisico? Per James J. McKenna, massimo esperto del co-sleeping, assolutamente sì. Professore di Antropologia e direttore del Behavioral Sleep Laboratory presso l’Università di Notre Dame, il dottor McKenna è uno dei più grandi sostenitori della condivisione del letto tra madre e figlio e in questa intervista rilasciata all’ Huffington Post ne spiega i motivi e i presupposti scientifici.
“La mia ricerca sulle madri che dormono con i neonati è iniziata quando ho scoperto che mia moglie era incinta. Come la maggior parte dei futuri genitori, sono andato a comprare di corsa tutti i libri che parlassero dell’argomento. Ma dopo averne letto qualcuno su come prendersi cura del proprio bimbo sono giunto a due conclusioni: o tutto quello che avevo imparato in antropologia, la mia specialità, era sbagliato, o tutte le raccomandazioni occidentali su come prendersi cura al meglio del proprio bimbo non avevano niente a che fare con i bambini. Forse erano più in connessione con le ideologie culturali e i valori sociali occidentali che si preoccupano più di ciò che vogliamo che i bambini diventino, piuttosto che capire chi sono veramente e di cosa hanno bisogno.
Ed è questo – secondo McKenna – il motivo scientifico per cui il co-sleeping è benefico. “L’idea che i neonati si debbano calmare da soli, spiega McKenna, è solo una costruzione culturale che non ha alcuna evidenza empirica che possa sostenerne la veridicità. Quando è nato mio figlio ho scoperto che potevo manipolare il suo respiro cambiando la velocità del mio, come se fossimo in sincrono l’uno con l’altro. La mia ricerca, più tardi, ha confermato che il respiro della madre e del bambino sono regolati dalla presenza l’uno dell’altra – l’espirazione e l’inspirazione, lo scendere e il salire dei loro petti e il diossido di carbonio esalato da uno ed inalato dall’altro, accelerano il respiro successivo! In articoli scientifici ho sostenuto che questo è un ulteriore segnale per ricordare ai bambini di respirare, un vero e proprio sistema di sicurezza.
Chiaramente per dormire insieme bisogna prendere le dovute precauzioni ma condividere il letto può essere una protezione quando è connesso all’allattamento. Oggi sappiamo che tante mamme che allattano optano per il co-sleeping proprio perché riescono a dormire di più, a gestire meglio l’allattamento e a connettersi con maggiore intensità con il proprio bambino.
Quando viene fatto in modo sicuro, il co-sleeping fa felici mamme (papà!) e bambini e ha effetti positivi sulla crescita di questi ultimi. Senza alcun dubbio, quindi, le madri che dormono con i loro bambini non dovrebbero essere condannate né considerate irresponsabili. In un modo o nell’altro, infatti, il 90% degli esseri umani dorme con i propri bambini!”
Fonte: Nostrofiglio.it
“Lettone sì ma deve essere una scelta condivisa dalla coppia” (Lidia Magistrati, educatrice)
Fino a quando dormire tutti insieme? “C’è un limite che credo non debba superare i tre anni – dice Magistrati -. A questa età, infatti, i bambini dovrebbero ormai aver imparato a capire che, sia per loro che per gli adulti, esistono spazi “personali” distinti e riconosciuti, che vanno rispettati e accettati. Arrivare a questa consapevolezza, però, non è sempre così facile né rapido né automatico come magari si vorrebbe. A volte, è meglio andare per gradi, senza farsi influenzare dai pareri dei nonni, degli amici, dei vicini di casa… Se si sente che non è ancora il momento giusto, magari per “colpa” di un evento esterno che turba la serenità familiare, meglio rimandare ancora un po’..
“Bimbi nel lettone ma devono anche imparare a dormire da soli perché è il primo passo verso la conquista dell’autonomia e indipendenza” (Paola Scalari, psicoterapeuta)
“Io non sono né del tutto contraria né del tutto favorevole alla possibilità del lettone. Mi piace pensare che ogni tanto un bimbo possa anche dormire accanto ai suoi genitori – sostiene Paola Scalari, psicoterapeuta dell’età evolutiva a Venezia, 57 anni, autrice di diversi libri sull’educazione. – Ciò che considero decisamente negativo, invece, è il “far uscire” dal lettone uno dei genitori – che in genere è il papà – per far spazio al bimbo. Rinunciare al proprio posto nel letto coniugale sarebbe un grande errore per l’equilibrio della coppia”.
“Una volta conquistato il lettone, però, poi i bambini devono anche accettare di lasciarlo… Seppur felici di avere accanto a sé il loro bimbo tenero, dolce e fiducioso, i genitori devono anche essere consapevoli della necessità di insegnargli a dormire da soli”, dice Scalari.
“Con convinzione, serenità e disponibilità devono far capire l figlio che è perfettamente in grado di riposare anche senza di loro. Fargli comprendere che lasciare il lettone non equivale a un rifiuto da parte di mamma e papà ma, piuttosto, è un segno di fiducia, è il primo passo, nel cammino della crescita, verso la conquista dell’autonomia e dell’indipendenza”.
Fonte: NostroFiglio.it
In molti Paesi è diffusa l’abitudine di dormire con il neonato nel proprio letto. Questa pratica, nota con il nome di cosleeping o bedsharing è in alcuni casi protratta fino al secondo anno di vita
Dott.ssa Isabella Ricci -Psicologa
In molti Paesi è diffusa l’abitudine di dormire con il neonato nel proprio letto. Questa pratica, nota con il nome di cosleeping o bedsharing è in alcuni casi protratta fino al secondo anno di vita.
In realtà i dati provenienti dalla letteratura sono discordanti circa questo tipo di abitudine, in quando secondo alcuni studi essa sarebbe foriera di determinati vantaggi. Altre ricerche invece hanno considerato quest’abitudine dannosa e pericolosa, a meno che non si attuino determinate linee guida.
I sostenitori del cosleeping asseriscono che esso è molto positivo in quanto assicura una maggiore nutrizione del bambino, meno risvegli, e quindi anche un aumento della produzione dell’ormone della crescita, che viene secreto durante il sonno.
Questa pratica facilita l’addormentamento del bambino ed è considerata benefica in quanto favorisce l’allattamento al seno e cementa la relazione madre-bambino, soprattutto nelle situazioni in cui le madri sono costrette a trascorrere gran parte della giornata fuori casa per lavorare e si sentono in colpa per aver trascurato il proprio bambino.
Sembrerebbero infine essere stati rilevati dei vantaggi omeostatici: i parametri fisiologici di alcuni bambini che praticano il bedsharing, come la temperatura corporea o il battito cardiaco sembrano essere risultati più regolari nei bambini cosleeping rispetto a quelli che dormono soli.
Altri studi invece sembrano aver evidenziato che questa pratica comporta un maggiore rischio di SIDS, la Sindrome della morte precoce del bambino . In questo caso la morte non avverrebbe nella culla, ma sarebbe direttamente provocata dal soffocamento/strangolamento o dallo schiacciamento del bambino. E’ pertanto necessario ricordare che sussistono delle precauzioni da prendere se si desidera praticare il bedsharing: anzitutto è necessario evitare di compiere questa pratica se si dorme su materassi ad acqua o divani, con cuscini, materiali di plastica, animali di pelouche.
E’ inoltre sconsigliabile praticare il cosleeping se uno dei membri della coppia è obeso, se fuma nella stanza, o se ha assunto sostanze psicotrope, come alcolici, sostanze stupefacenti o medicinali che inducono sonnolenza o anche se si è molto stanchi. Per ridurre il rischio SIDS inoltre è necessario far addormentare il bambino di schiena e non coprire mai la sua testa mentre dorme, nè lasciarlo da solo nel letto di un adulto.
Fonte: PianetaMamma
Cosleeping: dormire tutti nel lettone, sì o no?
Dormire nel lettone non è un vizio né un problema. Non causa nessun disagio relazionale, sociale o di sviluppo. Alcuni autorevoli esperti consigliano di respingere l’opinione dominante e permettere ai bambini di dormire con papà e mamma, almeno fino all’età di cinque anni. Questa abitudine, chiamata in inglese “co-sleeping” (dormire insieme), rende più probabile che i bambini diventino degli adulti calmi, sani ed emotivamente equilibrati. E poi, rassicura la psicologa, non c’è bambino oltre i 10 anni che non dorma da solo…
Oggi si parla di co-sleeping, un termine inglese per definire il sonno condiviso, mal visto nei paesi economicamente avanzati, a partire dagli Stati Uniti. Eppure così si dormiva in tempi passati, si dorme in altre parti del mondo, in altre culture. Così riposano i cuccioli degli animali. Insieme, semplicemente. Perché dormire nello stesso letto non causa disagio familiare, relazionale, di sviluppo, sociale, come numerose ricerche, condotte in ogni parte del mondo, dimostrano. Mentre non esiste studio che prova che lasciare piangere i bambini faccia loro bene! Forse fa solo comodo ai genitori, svincolandoli da abitudini serali impegnative.
Fonte: DFamiglia
E VOI CHE SCELTA AVETE OPTATO?
Ciao noi dormiamo in 3/4 dipende se il papà dorme sul divano o nel lettone…ogni tanto proviamo a mettere il grande piccolo nel suo letto in camera sua …ma ci sta giusto 3 ore…e a me va bene così…mi sa che sono io che non voglio essere lasciata sola!!!
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