E’ sicuro partorire in Italia?

Si sente spesso parlare ,soprattutto in questi giorni, delle morti nel giro di una settimana di 5 donne che erano in procinto di partorire e che hanno inevitabilmente gettato una pessima luce sullo stato del sistema sanitario italiano.

Molti di noi si staranno chiedendo: Ma è sicuro partorire in Italia? Ma esiste davvero un’emergenza di questo tipo? Cerchiamo attraverso i dati di capire assieme quale è la situazione assistenziale nel nostro Paese.

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Lorenzin, i parti sono sicuri in Italia. No agli psicodrammi

«In Italia c’è uno dei tassi di sicurezza più alti d’Europa per quanto riguarda il parto e i casi di questi giorni sono veramente eccezionali». Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha partecipato alla 31/ma Befana del Poliziotto a Roma, aggiungendo: «In questa giornata di festa per le famiglie della Polizia di Stato voglio lanciare un messaggio alle tante donne che in questo momento stanno per partorire nel nostro Paese». «In questi giorni – ha rilevato il ministro – abbiamo avuto dei casi drammatici su cui sta indagando il ministero della Salute con i suoi ispettori, ma si tratta veramente di casi eccezionali. Le donne e le partorienti sappiano che in Italia ogni anno nascono 500 mila bambini, il nostro tasso di sicurezza è tra i più alti in Europa,le nostre terapie intensive neonatali soccorrono ogni anno bambini prematuri, parti complessi, bimbi con grandi problematicità che vengono salvati e che possono poi condurre una vita normale. Questa è la norma»

Nessuna emergenza

Anche i dati, resi noti all’Ansa da Serena Donati, responsabile del Sistema sorveglianza mortalità materna dell’Istituto superiore di sanità (Iss), confermano che di emergenza non si tratta: “Ogni anno si stima che circa 50 donne muoiano di parto in Italia, un dato medio-basso se confrontato con altri Paesi europei ma che potrebbe essere dimezzato, anche se non azzerato”.

“In Italia – prosegue la dirigente dell’Iss –  abbiamo un tasso medio basso di mortalità materna,pari a 10 morti su 100.000 nati vivi, cifra che in Toscana scende a 5 ogni 100.000 e in Campania sale a 13, ma complessivamente siamo in media con Regno Unito e Francia. Nei Paesi socialmente avanzati la media è di 20 su 100.000, mentre il dato migliore è quello dei Paesi Bassi con sei ogni centomila”.

Il rischio esiste

Certo il rischio esiste. “Il rischio di mortalità materna – sottolinea Donati  – è quasi tre volte superiore nelle donne sopra i 35 anni rispetto alle più giovani, oltre due volte nelle donne di istruzione bassa e tra quelle che si sono sottoposte a taglio cesareo rispetto al parto spontaneo. Le morti rilevate a seguito di gravidanze indotte mediante procreazione assistita mettono in luce l’importanza di un’appropriata selezione delle donne che possono accedere a tali tecniche per quanto riguarda la variabilità tra le regioni, si registrano esiti migliori al Nord rispetto al Sud del Paese come accade anche per la mortalità neonatale”.

Cosa va migliorato?

Alcuni aspetti vanno migliorati. Lo afferma a Radio Cusano Campus, il dott. Antonio Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe. “Questi casi concentrati tutti in un periodo dell’anno così breve, meritano sicuramente attenzione e un approfondimento tecnico, come il ministro ha già predisposto. La casualità è sicuramente un elemento di cui tenere conto, ma bisogna anche sottolineare due cose strane. La prima è che in Italia esistono troppi punti nascita poco sicuri. I punti nascita sotto i 500 parti l’anno dovrebbero essere chiusi o riconvertiti con modalità adeguate. Il secondo eccesso è quello dei parti cesarei, che sono ancora troppi rispetto alla media europea. Queste situazioni sono sicuramente predisponenti eventi sfavorevoli come quelli capitati in questi giorni. Bisognerà vedere quanto il processo assistenziale sia stato adeguato”.

Fonte: Smartweek


 

Alcune riflessioni degli utenti:

-Come al solito, non è la divisa o il camice che fanno la persona: le negligenze vanno sempre punite in modo rigoroso, ma è altrettanto sbagliato fare di tutta un’erba un fascio e dare degli incompetenti – a prescindere – ai medici, come spesso si legge sui social oggigiorno.

-E’ vergognoso che ci si accanisca contro i medici ogni qualvolta qualcosa va storto, sono esseri umani che fanno il loro lavoro e purtroppo capita che alcune situazioni sfuggano anche nonostante tutte le precauzioni. Il parto e’ un evento sempre rischioso e ringraziamo proprio loro che questi casi sono rarissimi nel nostro paese.

-5 donne morte per parto nel periodo natalizio, c’è da pensare, il dubbio che la causa sia il periodo di festa quando, secondo il vizio italico, si scappa dai posti di lavoro e anche gli ospedali rimangono sguarniti, i tagli alla sanità forse cominciano a farsi sentire, caro Renzi

RISPONDE UN UTENTE: Prima di gridare alla malasanità e ai tagli siamo sicuri di conoscere i fatti? L’Italia è uno dei paesi con la più bassa mortalità da parto di tutto il mondo. I casi sono 4 e non 5. In un caso la donna si sarebbe presentata in ospedale con il feto già morto. In un altro caso la partoriente era addirittura un medico di base caduta dalle scale al 9º mese di gravidanza. Dimessa dopo i primi controlli, ma vista la sua professione è difficile che possa essere stata trascurata o che essa stessa abbia sottovalutato i sintomi. In altri due casi pare che le donne fossero particolarmente obese, una condizione che aumenta i rischi per la salute durante la gravidanza. Tra l’altro tutti questi decessi sono avvenuti in ospedali del nord, ed in particolare per il caso di Torino si tratta di un reparto di eccellenza che nel 2014 ha stabilito il record di tutta Europa per numero di parti effettuato. In sala operatoria a tentare di salvare la vita alla donna c’erano ben 7 medici specialisti, altro che ospedali sguarniti sotto Natale.


 

RIFLESSIONE PERSONALE

Da quello che si evince dai dati casistici, dobbiamo stare tranquilli e fiduciosi della sanità italiana, speriamo che gli ispettori nel frattempo possano fare luce su queste tristi vicende e capire a chi sono da imputare le responsabilità dei casi, se ci sono stati degli errori  o se si tratta semplicemente di casualità.

Credo che l’unico modo per abbassare e ridurre queste tragedie sia studiare tutti i casi per poterle prevenire laddove è possibile.

Sentire che nel 2016 si può ancora morire di parto faccio ancora fatica da mamma ad accettarlo…la mia vicinanza alle famiglie colpite da questo immenso dolore.

 

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