“Sono passati 6 anni..ma il ricordo di quel giorno rivive come il mio incubo peggiore..”
testimonianza a cura di mamma Silvia Ricci
Avevi quasi 3 anni quando siamo andati a letto con un po’ di febbre.
Ti lamentavi quindi non volevamo lasciarti da sola, ma siccome Ivan aveva 5 mesi, papino è venuto a dormire con te. È stata una notte molto lunga non ti si poteva toccare che piangevi dal male ma, da genitori poco esperti, abbiamo dato la colpa alla febbre.
È arrivato il mattino, il tuo papà si alza per andare al lavoro e io vengo nel letto con te – Poco dopo vomiti – E con dolcezza ti sollevo dal letto e ti porto in bagno. Piano piano ti cavo la maglietta e li l’orrore – Eri piena di macchie rosse – E mi sono detta:”Cacchio che malattia infettiva è con uno sfogo così,Vabbe’ fra poco chiamo la pediatra e sento”.
Ma mai avrei pensato a quello…
Usciamo per andare dal medico, tu continuavi ad avere sonno e dormire.
È bastato che entrassimo nell’ambulatorio e sollevassi la maglietta che l’esito arriva agghiacciante – MENINGITE FULMINANTE – “Andate subito al pronto soccorso io già anticipo il tutto!” – Mi disse la pediatra.
Ti rimetto in macchina e mentre passiamo a prendere papà al lavoro che era di strada incomincio a piangere.
E tu ti sei svegliata e mi hai chiesto : “Che c’è mamma perché piangi?”
Io ti dissi: “Ilaria hai una brutta malattia prometti di essere forte e di mandarla via?” e tu: “Si mamma te lo prometto” mi hai risposto e ti sei riaddormentata.
Arriviamo all’ospedale, ci portano in un’ambulatorio e li un’altra pugnalata: confermano la diagnosi..
Bisogna preparare la camera di rianimazione, la bambina è messa molto male, dobbiamo fargli una puntura lombare per capire il ceppo e se non reagisce subito la dobbiamo trasferire d’urgenza.
E mentre preparano la siringa ti mettono nel ditino il rilevatore del battito, ci riferiscono che potevamo lasciarti dormire, che quello insieme alle macchie rosse (petecchie come vengono definite) è uno dei sintomi – Ma ogni tanto svegliarti – Poi arrivano in tre per la lombare, in due ti bloccano perché non ti dovevi assolutamente muovere e un’altra che inserisce l’ago.
Tu che urli:“Mamma mi fanno male aiutami ti prego!” – E io li immobile con i goccioloni agli occhi perché sapevo di non poterti aiutare in quel momento. Che quello che ti stavano facendo serviva per guarirti.
Iniziano la somministrazione del siero e ti portano in camera infettiva.
Nel frattempo attivano la profilassi all’ asilo con tutte le persone che quel giorno erano venute a contatto con te.
È brutto dirlo ma quella notte Ivan è passato in secondo piano…. Sapevo che il latte era congelato in frigo e che in alternativa ci sarebbe stato quello in polvere, ma sapevo anche che lui stava bene.
Quello che mi interessava in quel preciso istante era starti vicino e darti tutto il mio amore per farti capire che non eri da sola a combattere ma la mamma era li con te – Me lo avevi promesso che saresti stata forte e che l’avresti mandata via e così hai fatto.
Ci sono voluti 3 giorni prima che ti dichiarassero fuori pericolo ma lo hanno fatto ed ora sei qui con noi, come tutti i bambini fai arrabbiare, ma sei la mia principessa.
Ti Voglio Bene
Mamma”
Ma cos’è effettivamente la meningite? Nello specifico di tratta di un’infiammazione delle meningi: le membrane che avvolgono e proteggono il sistema nervoso centrale, costituito da cervello e midollo spinale. Le causa è quasi sempre un’infezione, che può essere di tipo virale, batterica o causata da funghi. La variante causata da virus (herpes virus ed enterovirus) è quella che colpisce più spesso: si chiama meningite asettica e nella stragrande maggioranza dei casi guarisce in poco più di una settimana, senza conseguenze per il paziente.
La forma batterica è più rara (in Italia si registrano circa 800 casi all’anno), ma molto più pericolosa: tanto che in alcuni casi può portare alla morte in poche ore o lasciare danni cerebrali permanenti. I batteri responsabili sono essenzialmente tre: il meningococco (o Neisseria meningitidis), che si trasmette per via respiratoria e porta al decesso nel 10-20% dei casi; il pneumococco (o Streptococcus pneumoniae), che può causare, oltre alla meningite, anche polmonite e altre infezioni delle vie aeree ; l’emofilo (Haemophilus influenzae tipo b o più semplicemente Hib), che dalla fine degli anni ’90, grazie all’ introduzione del vaccino, è stato quasi completamente debellato.
I sintomi della meningite, indipendentemente dalla causa, sono febbre alta, mal di testa, nausea, vomito, rigidità della parte posteriore del collo e convulsioni. Per capire di che meningite si tratta, lo specialista esamina un campione di sangue o di liquido cerebrospinale. Nel caso di meningiti batteriche il trattamento più efficace è senza dubbio la terapia antibiotica.
E’ importante, in questi casi, capire quale batterio ha colpito nello specifico, per ottimizzare la terapia e definire, quando è opportuna, la profilassi dei contatti stretti.
In termini di prevenzione, attualmente esistono vaccini in grado di proteggere dal Haemophilus influenzae tipo b, ma anche da alcuni ceppi di pneumococco e da alcuni sierogruppi di meningococco.
FONTE PourFemme
Malattie da Menginococco
L’agente responsabile è un batterio denominato Neisseria Meningitidis detto anche Meningococco. Sono attualmente noti tredici tipi (sierotipi) di Meningococco, ma solo cinque (A, B, C, Y, W135) sono rilevanti dal punto di vista clinico e capaci di provocare malattia ed epidemie.
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