“Era gay conviveva da 35 anni con il suo compagno, ma lo escludono in ospedale. Come medico gli chiedo scusa”

Francesco Gagliardi è un medico oculista, in passato si è occupato di prelevare i tessuti corneali delle persone decedute. Racconta sulla propria pagina Facebook una vicenda molto triste, tra le tante scrive, vissuta in prima linea all’interno di un ospedale romano, dove il compagno gay di un defunto venne escluso e allontanato dalla famiglia nonostante convivessero da 35 anni.

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Francesco Gagliardi, ricorda di essere stato chiamato per un espianto delle cornee al San Giovanni. Il deceduto era gay e secondo la legge non avrebbe potuto donare gli organi ma il primario dell’epoca “si prese tutte le responsabilità” in quanto medici e infermieri avevano saputo che aveva vissuto con il compagno 35 anni: una vita intera.

Il suo racconto:

“Come molti sanno per un paio di anni sono stato un medico prelevatore della banca degli occhi di roma.

In pratica quando una persona muore viene chiesto ai parenti più stretti se vogliono o meno donare i tessuti corneali, qualora i parenti accettino firmano un modulo e viene attivato il centro.

Sono tante le storie che potrei raccontare perché ogni donazione,ogni vita, ogni morte ha una storia a se, bella o brutta che sia, però oggi, mi sembra necessario raccontare la storia seguente.

Il centro era stato avvisato che c’era un probabile donatore ma che c’era un piccolo problema: il donatore era gay: problema numero uno il protocollo prevedeva tra i criteri di esclusione di una donazione proprio l’omosessualità.

Faccio notare che ogni donazione sono due persone che tornano a vedere; In ogni caso ci viene detto che il donatore (uso questa parola per ribadire l’estrema generosità di chi dona gli organi) era in “coppia chiusa” da almeno 35 anni.

Ripeto: 35 anni.

Quindi il nostro primario si prende la responsabilità (tutto sulle spalle dei singoli) e si attiva il sistema. Io mi precipito nell’ospedale dove questo signore era morto e parlando con l’infermiere che aveva trattato il caso (altra brava persona) mi viene detto che mancava una firma perché la donazione era stata richiesta dal compagno del signore morto con cui viveva da 35 anni ma che non essendo questo giuridicamente nulla non poteva firmare.

Si doveva aspettare la sorella che veniva dal nord Italia che era l’unica persona della famiglia con cui questo signore era rimasto in contatto in quanto era stato cacciato dalla famiglia 35 anni prima proprio per quella scelta d’amore che aveva fatto.

Per farla breve succede questo : la sorella arriva e firma e io faccio il mio prelievo di cornee (ricordo:un prelievo due persone che tornano a vedere), dopo un prelievo avevo l’abitudine,qualora i parenti fossero ancora lì, di andare a ringraziarli per il loro bel gesto.

Quella volta uscii e mi diressi verso la sorella del signore che stava confabulando con altri due signori che mi sono stati presentati come gli altri due fratelli che seppure abitassero a roma non si erano presi la responsabilità di firmare in quanto erano 35 anni che non parlavano con il fratello.

La cosa più ripugnante è che stavano redarguendo la sorella che non voleva cacciare il compagno di una vita del suo compianto fratello dalla casa che era intestata al defunto e che ora per legge apparteneva a loro ma che era occupata dall’altro “frocio”.

Ognuno è quello che è ed è responsabile di quello che fa ma la cosa che più mi ha addolorato di questa storia è non aver potuto ringraziare chi ha permesso con la sua caparbietà di realizzare l’ultimo desiderio del suo compagno in quanto non essendo parente né niente non poteva avere accesso alla camera mortuaria dove venivano fatti i prelievi.”

Sono passati ben dieci anni di distanza da quell’episodio, Gagliardi ora vive in Francia precisamente a Bernay, ma sente il dovere di chiedere scusa a quell’uomo invisibile per la legge, per l’ospedale e per i famigliari ma non per lui.

«Vivendo in Francia comprendo, ogni giorno, quanto sia eclatante la differenza di certi discorsi sul tema delle unioni civili, la laicità del paese. Ho deciso quindi di scrivere quel post e raccontare la mia esperienza perché la negazione di certi diritti fa parte della realtà di tutti i giorni. Le cose succedono a chi sta vicino a noi e non ce ne rendiamo conto»

“Politici,preti, profittatori, pecore , conservatori,ignoranti ecc… possono parlare quanto vogliono e vomitare odio quanto vogliono, ma io volevo cogliere l’occasione per ringraziare il compagno del signore morto per la sua lezione d’amore e chiedergli scusa per tutto il male che un paese ridicolo e inadatto gli ha fatto. Grazie.”


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