Sono sicura che questo post piacerà a molti amici del Sud che almeno una volta sono venuti a Bologna, per studio o per lavoro o semplicemente per visitare questa meravigliosa città.
Bologna “La dotta”, “La grassa”, “La rossa”
La “Dotta” perché ospita la più antica università del mondo occidentale; la “Grassa” perché ama la buona cucina; la “Rossa” per i riflessi dei mattoni con i quali erano stati costruiti torri e palazzi.
Ecco a voi un modo divertente per comprendere il bolognese!
Alcuni modi di dire bolognesi che noi del Sud inizialmente non comprendiamo:
- “Vai a buttare il rusco” – Ecco ma cosa butto? Cosa è il rusco si mangia? E’ un attrezzo? – significa pattume.
- “Prendi quel bagaglio”– Ma guarda che non devo mica partire….- qualsiasi oggetto di cui non si trova il nome momentaneamente è un “bagaglio” o un “coso”.
- “Ma che braghe hai stamattina?” – Eppure mi pare di stare bene..mi vedi strana? – sono i pantaloni.
- “Hai visto Lu lè e Li là?” – chi sono? dei personaggi Disney? – vuol solo dire “quello e quella”!
- “A t al dégg”- Hai il singhiozzo? Vuoi un pò di acqua?- No, significa te lo dico io!
- Sei al supermercato e ti chiedono: “Altro?”- No, grazie non voglio più nulla. E affianco a te una signora risponde : “Altro” – si utilizza per dire che hai concluso i tuoi acquisti.
- “Vuole una sportina?”– Una sportache???????? Ma io vorrei solo una busta per mettere la spesa… – ovvero busta di plastica.
- “Quasi quasi vado a intortarla” – Cosa? Ma se siamo fuori e ti viene la voglia di una torta? – Significa che è una persona che piace.
- “Se mi va bene questa volta, vado a San Luca a piedi”– è come dire che vado a fare una visita a Padre Pio…
- Non si dà uno schiaffo, si dà “una ṡbèrla“.
- “Ma è fuori dai coppi!” – Che è successo? – quando uno è matto…
- “i covini“ – Un nuovo modo di covare? – Sono le coccole..
- “c s à fègna? andègna o stègna “ – Ma sei cinese? – Cosa facciamo? Andiamo o stiamo?
- .“Hai scapuzzato?” – Cosa?Puzzo? – E non si inciampa…ci si “scapuzza“.
- “Certo che hai della pilla” – volevi dire che ho una villa? – se uno è ricco non ha molti soldi si dice che ha della “pilla“.
- A Bologna, non si fa sesso, si “guzza”.
- “Ti sei impadellato” – sporcato.
- La “regina della casa” è chiamata la “arzdåura“.
- “Ti piace tocciare” – Eh? Toccia? – il biscotto nel latte inzuppato.
- “Hai cucinato tristo” – Tristo? Triste? Cosa c’ entra? – Se qualcosa è scarso o non di gradimento.
- “Sei sgodevole” – Sgodoche? – quando una persona è antipatica.
- “Certo che lui là ha una gran pluma” – se uno non ha soldi o fa finta di non averne.
- “E’ un puffarolo” – Dov’è grande puffo? – Se non si pagano gli acquisti, si piantano dei “puffi“.
- “Dai scappiamo che c’è una gran bazza” – una gran cosa? E dove? – una cosa conveniente che costa poco.
- “Ah guarda oggi mio figlio è gnoloso” – Cosa è successo? – A Bologna i bambini che piagnucolano: “gnolano“.
- I piccoli lavori di casa, si chiamano i “ciappini“.
- “Dai ravaniamo insieme” – Cosa vuoi fare?? – Se non si trova qualcosa si ravana /cerca.
- “Facciamo balotta domani!”– Balo?Che? – ogni motivo è buono festeggiare.
- “Passami il burazzo” – Ok ma cosa ti passo?? – i piatti si asciugano con il “burazzo”.
- Un frutto acerbo é “brusco“.
- “E ṡdòzzo“ – se una cosa o una persona hanno scarso valore.
- “bôna lé“ – Bona che? – Questa oramai l’ ho imparata a memoria significa basta.
- Quando fa freddo,”mo soc’mél che żâgno“! E se il freddo è tanto, uno “żâgno del 32!”
- “Ma che bel bulbo che hai!” – E che sono un fiore? – A Bologna non esistono i capelli, si usa un gran “bulbo”.
- Non si disturba la gente, semplicemente, “si stracciano i maroni“.
- Non si ride, semplicemente si “ghigna“.
- “Guarda mi è scesa la catena” – Dov’è la bicicletta? – significa che si è demoralizzati.
- “A i ó capé”- Signoaicapè??? – significa ok.
- “moché, moché, moché“– caffè caffè caffè ?? – Quando una cosa non va bene.
- “Guarda quel cinno!” – Cinno cosa è? Si mangia? – è una parola bellissima e significa bambino.
- Non dicono “aprimi la porta”, ma “dammi il tiro”– e poi vi lamentate quando diciamo tira la catena..
- “Non ce la facevo più mi ha attaccato una gran tomella” – Ti ha lanciato o cucito qualcosa? – Quando uno/a non finisce più di parlare.
- “Che gran telaio” Che bella gnocca” – Cosa hai visto una vespa e sei andato a mangiare? – sono in realtà dei complimenti, il primo che hai un bel fisico e il secondo che sei una bella ragazza.
- “Guarda che giandone” – Giancosa? – Quando uno è molto alto.
- “Passami un paglia” – Stai scherzando? E dove la trovo? – Significa una sigaretta.
- “Vai a trovare il moroso?” – Se sapessi chi è…- è il fidanzato!
E ricordate: Le cose a Bologna vanno fatte in polleggio!
In fin dei conti: “Ôgni ca’ un’usanza, ôgni blîguel la sô panza” (“ogni casa la sua usanza, ogni ombelico la sua pancia”).
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occorre un vocabolario a parte…così anche per il dialetto di Reggio Emilia!!
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ne esiste un di vocabolario di Bolognese infatti; se si leggesse…
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Se volete la traduzione di qualche altra parola che a voi suona strana chiedetemela (sono bolognese doc)
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Grazie Marco! Ha visitato la mostra BolognaExperience?
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