La nomination delle mamme

Da qualche giorno sui profili facebook, sta girando la Sfida delle mamme che, con la modalità della nomination (più volte utilizzata per altre catene sul web), sta riempiendo bacheche e pagine del popolare social network di foto di bambini felici con le proprie famiglie.

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Il testo diceva:”Pubblica sul tuo profilo Facebook tre foto che ti rendono felice di essere mamma”, invitando poi altre amiche e conoscenti a fare lo stesso. “Eccomi! Sono stata nominata per postare qui 3 foto che mi rendono felice di essere mamma! Nomino a mia volta 10 mamme che trovo fantastiche per la sfida delle mamme, chiedo loro di inviare a loro volta 3 foto. Copia e incolla questo testo e nomina altre super mamme”

Come non aderire? Difficile fermarsi a questa moderna catena di Sant’Antonio e non sentirsi da subito partecipe e pronte a nostra volta di pubblicare gli scatti della propria vita di genitore (che già molte di noi postano), e includere i nostri figli, parte inseparabile della nostra quotidianità familiare.

Il risultato è stata una vera e propria esplosione e diffusione di centinaia di immagini di bambini sorridenti, con i propri genitori, abbracciati ai loro cari, in pose tenere con i loro peluche o i loro amici a quattro zampe.

Subito dopo è scattato l’allarme da parte della Polizia Postale che scriveva di evitare di pubblicare le foto online dei propri figli perchè poteva rivelarsi ben più di un passatempo goliardico, e dare vita a conseguenze inaspettate e parecchio spiacevoli: secondo il messaggio comparso sulla pagina Facebook “Una vita da social”, postato proprio da membri della Polizia Postale e ripreso dal giornale online Perugia Today, “oltre la metà delle foto che ogni giorno appaiono sui numerosi siti pedopornografici esistenti provengono dalle normali condivisioni sui social network“.

Le motivazioni sono assolutamente condivisibili, capisco e non ho niente da contraddire a chi decide di non mettere le foto dei propri figli online. Rimane una scelta del tutto personale dove nessuno è migliore di un altro, per questa ragione mi sembra scontato che NESSUNO possa dire a qualcun altro “metti su internet le foto di tuo figlio!”. Lo voglio precisare perchè che non è mia intenzione convincere nessuno con questo articolo.

Personalmente ho partecipato alla catena di Sant’Antonio perché l’ ho trovata un esperienza simpatica senza retroscena così inquietanti, un modo per riempire le bacheche di emozioni vere, di amore. Tutto questo allarmismo sulle foto pubblicate dei propri figli lo trovo estremamente esagerato. È sempre così quando non abbiamo argomenti validi sulla quale discutere prendiamo il primo tema sul quale poter puntare il dito..

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Ognuno è libero di postare ciò che vuole, i social network hanno dato alla gente uno strumento considerevole di divulgazione di qualsiasi lecito contenuto, chi non ha piacere e non si ritrova in questo modo di gestire la vita privata (che su facebook non potrete avere mai una privacy al 100% anche utilizzando tutti i sistemi possibili di ristrettezza), farebbe meglio a cancellare il proprio profilo, dato che essere qui non è obbligatorio.

Ma continuare ripetutamente a criticare chi posta foto dei figli, della nanna, che vanno in bicicletta, che leggono, che ridono, che giocano, che ballano, che pranzano non è in linea con la funzionalità dei social network. Sono una mamma sconsiderata? Forse per alcuni sì..

Non posso ad oggi avere la ragionevole assoluta certezza che sia giusto o sbagliato pubblicare immagini di bambini, come d’altronde non mi permetto di criticare chi mette la foto degli addominali, selfie nel bagno (almeno chiudete la tazza del wc e mettete un pò in ordine il lavandino), foto ammiccanti, labbra a cuoricino o quella del cane che fa i bisogni in giardino.

Però facebook è anche questo, e va senz’altro usato con coscienza in certi contesti, buona norma è non andare oltre gli eccessi suggeriti dal buon senso. Ma non bisogna soffermarsi sui social sarebbe alquanto infantile e superficiale..

Vi guardate attorno? Con tutte le immagini pubblicitarie facilmente reperibili nel web, di bimbi mezzi nudi, in pose da adulti, truccati, che sfilano o mascherati, e in TV tutto questo screditare, malignare su baci e carezze affettuose tra mamme e figli, lo trovo ingannevole, sgradevole, ridicolo e molto inutile.

E lo sapete perché? La maggior parte degli abusi perpetrati su minori avvengono negli ambienti familiari.  Gli abusi sessuali avvengono nel 72% solo a casa, il 5% fuori casa ed il 4% attraverso l’uso della rete internet. Gli autori di abuso sessuale  sono il padre (31%), lo zio/a (12%), dal nonno/nonna (4%), dal convivente (11%), dal vicino o conoscente (11%), dal genitore insieme ad altri familiari.

LA VIOLENZA NASCE IN CASA
Secondo l’Unicef, i bambini maschi sarebbero più soggetti alle violenze fisiche, mentre le bambine sono solitamente vittime di violenza sessuale. I numeri di questi fenomeni sono ben poco incoraggianti, visto che secondo l’OMS l’incidenza di rapporti sessuali forzati si attesti intorno alla cifra di 73 milioni tra bambini e bambine. E, quasi sicuramente, si tratta di una stima al ribasso. Purtroppo queste violenze avvengono quasi sempre nei contesti che in realtà dovrebbero proteggere i minori: dalleabitazioni alle scuole, passando per orfanatrofi e riformatori.

“Permettetemi di aggiungere – ha replicato un utente – che ‘non postate le foto dei bambini perché ci sono i pedofili’ è uguale a ‘donna non mettere la gonna, non uscire la sera, e fatti sempre accompagnare, perché ci sono gli stupratori’. Ossia è colpa tua, non dello stupratore.”

Peccato che ho letto che la stessa Polizia Postale che ha lanciato l’ allarme sia caduta dopo pochi giorni nello stesso “errore” condividendo per augurare il buongiorno la foto di tre bambini con indosso l’uniforme da agenti. Bene. La COERENZA quella sconosciuta…

Prendete la vita un pò più alla leggera e fatevi un sorriso davanti all’espressione buffa e simpatica di un bimbo, che di polemiche e teorie di complottismo ne abbiamo abbastanza su ogni settore e argomento…


Ovviamente il confronto è aperto, commentate sapendo che stiamo trattando di scelte molto personali e che tutte vanno riconosciute come tali. Come gestite la questione privacy dell’immagine online dei vostri figli? Come mai siete arrivati a questa conclusione?

 

7 pensieri riguardo “La nomination delle mamme

  1. Per caso è possibile avere un link al lavoro che evidenzia i dati riportati sui principali autori degli abusi sui minori?
    Grazie.
    (Non è una domanda tendenziosa, semplicemente sarebbe molto utile poterla consultare).

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    1. LA VIOLENZA NASCE IN CASA
      Secondo l’Unicef, i bambini maschi sarebbero più soggetti alle violenze fisiche, mentre le bambine sono solitamente vittime di violenza sessuale. I numeri di questi fenomeni sono ben poco incoraggianti, visto che secondo l’OMS l’incidenza di rapporti sessuali forzati si attesti intorno alla cifra di 73 milioni tra bambini e bambine. E, quasi sicuramente, si tratta di una stima al ribasso. Purtroppo queste violenze avvengono quasi sempre nei contesti che in realtà dovrebbero proteggere i minori: dalle abitazioni alle scuole, passando per orfanatrofi e riformatori.
      http://letteradonna.it/204191/giornata-mondiale-contro-abuso-minori/

      Piace a 1 persona

  2. Ad abusare
    dell’infanzia, infatti, sono, in percentuale assoluta, nel
    66,6% dei casi, proprio i genitori. Conferma di tale triste
    situazione ci viene dai casi di abuso sessuale che rappre-
    13
    SCHEDA 8
    14
    sentano il 6,4% delle segnalazioni che giungono a Telefono
    Azzurro. Complessivamente, solo nell’8,6% dei casi
    l’abusante risulta essere persona sconosciuta. Nel 91,4%
    del campione, colui che abusa è una persona che conosce
    la propria vittima. Nel 54% dei casi l’abusante risulta far
    parte del nucleo familiare ristretto o comunque risulta essere
    un parente: il padre per il 29,9%, la madre per il
    6,4%, i fratelli o sorelle per il 2,7%, mentre altri parenti
    per il 15%. Le persone definite come conoscenti sono responsabili
    di abuso per il 21,7%, mentre insegnanti o categorie
    professionali per il 3,7%. Sovente, poi, si instaurano
    anche forme di omertà, per cui anche chi non commette
    direttamente l’abuso ne diventa comunque complice,
    tacendo ed impedendo così al bambino di sottrarsi
    ad una realtà tanto dolorosa.

    Fai clic per accedere a sintesirapportoinfanziaadolescenza1.pdf

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  3. Come spiegarlo?Semplice avevo una e-mail ke mi è stata clonata e ki la usava mandava in giro virus e pubblicità a mio nome ke xfortuna non mi ha causato ne a me ne a i miei contatti delle noie ne ho dovuta fare un’altra ed ancora non ero mamma xo’ pensavo ke se mi avessero preso una mia foto( ad esempio da FB) e l’avessero usata x creare nuovi profili mi sarei sentita violata come persona figuriamoci le foto di mia figlia…infatti le poche ke ci sono non le ho nemmeno scattate io ma altre persone ke in un secondo momento mi hanno taggata;ed essendo più importante mia figlia ke una mia foto questa è una decisione ke ho preso….non x questo mi devo cancellare da FB xke’ non pubblico o condivido la foto di mia figlia.Con coscienza decido, anche pedagogisticamente parlando per mia figlia.

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  4. Ciao cara, bellissimo articolo. Sono d’accordo con la libera scelta, io personalmente non pubblico le foto di mia figlia soprattutto perché (come hai giustamente detto) facebook non garantisce affatto la privacy (questo molta gente non lo sa, crede che impostando profilo privato solo amici sia tutto ok, ma non è cosi visto che sono tantissime le app, anche di giochi, che possono accedere alle foto,una volta che si accetta di utilizzarle) e non mi va di mandare in rete sue foto che considero molto private anche se del tutto innocenti.

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