“Un bimbo appena nato non ha un sistema immunitario pronto ad affrontare la moltitudine di batteri e virus che possono attaccarlo. Noi lo aiutiamo stimolandolo con i vaccini (ai quali è in grado di rispondere perfettamente e in tutta sicurezza), ma l’organismo del bambino ha bisogno di tempo per “costruire” una risposta efficace contro i patogeni più pericolosi.” il Prof. Roberto Burioni, Professore Ordinario di Microbiologia e Virologia Dottore di Ricerca in Scienze Microbiologiche Specialista in Immunologia Clinica ed Allergologia, ci spiega perchè è doveroso vaccinare sia noi – prima di una gravidanza – che i nostri figli contro i più comuni patogeni.
Immagine: Andrea Solari, Madonna del cuscino verde (1507)
“Per questo gran parte della protezione che difende un neonato dagli agenti infettivi durante i primi mesi di vita viene fornita dalla mamma che in gravidanza trasferisce al feto attraverso la placenta tutti i suoi anticorpi. Quindi il bimbo, quando nasce, ha un repertorio anticorpale sostanzialmente identico a quello della madre, grazie al quale è protetto da infezioni che, in un neonato, potrebbero avere conseguenze gravissime.
Gli anticorpi vengono trasferiti dalla madre al feto fino al momento del parto; da quel giorno in poi il bimbo deve fare da sé, mentre gli anticorpi materni nel suo organismo cominciano a diminuire più o meno dimezzandosi ogni 30 giorni e scomparendo completamente in generale intorno ai sei-otto mesi.
Insomma, la mamma oltre ad abbracciare il piccolo, a nutrirlo e ad accudirlo con affetto ed amore lo protegge in maniera estremamente efficace facendogli dono, durante la gravidanza, del suo repertorio anticorpale, e tenendolo con questi anticorpi al sicuro proprio nel momento in cui è più vulnerabile.
Questo porta a due considerazioni:
La prima è che nessuno può dare ciò che non possiede. In altre parole la mamma trasferisce al bimbo gli anticorpi che ha e non quelli che non ha. Se per esempio è arrivata alla gravidanza e non ha avuto la varicella e neppure è stata vaccinata, non potrà trasferire al bambino gli anticorpi contro la varicella e quindi il bambino, fin dal primo giorno di vita, non avrà alcuna protezione e potrà contrarre la malattia, che in età neonatale ha spesso conseguenze catastrofiche. Lo stesso vale per tutte le altre malattie (morbillo, pertosse, parotite e via dicendo): se la mamma non ha avuto la malattia e non è stata vaccinata, non sarà in grado di donare gli anticorpi al bimbo proteggendolo proprio nel momento in cui il piccolino è più vulnerabile.
Questo fa capire perché è importante vaccinarsi e perché – prima di considerare una gravidanza – è meglio valutare se si è immuni contro i più importanti patogeni e, se necessario, sottoporsi alla vaccinazione o fare un richiamo prima di arrivare alla dolce attesa, visto che mentre si aspetta un bambino alcuni vaccini sono controindicati.
La seconda importante considerazione è che la presenza nel bimbo degli anticorpi materni rende inefficace la vaccinazione con virus attenuati (morbillo, parotite, rosolia e varicella mentre per l’esavalente non c’è problema) , inattivando i virus stessi. Per questo non si può vaccinare il bimbo prima dei 13 mesi, in quanto bisogna essere certi che gli anticorpi della mamma se ne siano del tutto andati. Questo lascia purtroppo aperta una inevitabile e pericolosa “finestra” di alcuni mesi durante i quali il bimbo non è più protetto dagli anticorpi della mamma e non è ancora difeso dalla risposta immune derivante dal vaccino.
L’unico modo che abbiamo per proteggere questi bimbi in questo pericoloso momento è vaccinare tutti, in modo che grazie all’immunità di gregge il virus non circoli e non possa infettarli in questo periodo di non evitabile vulnerabilità.
Chi non vaccina consente al virus di circolare e quindi mette in pericolo tutti i bambini, anche i figli di quelli che li vorranno vaccinare. Questo è bene saperlo, in quanto un bambino (e in generale un individuo) non vaccinato è oggettivamente un pericolo non solo per se stesso, ma anche per tutta la società.
Ho sentito molte mamme affermare “io non vaccino mio figlio, tanto lo allatto al seno e gli trasferisco i miei anticorpi”. Questo è un ragionamento completamente errato. La protezione che vi ho descritto NON DIPENDE dall’allattamento al seno.
Il latte materno conferisce al bimbo, oltre a un nutrimento completo e bilanciato, degli anticorpi di tipo IgA che sono importanti per la protezione da alcune infezioni intestinali. Tuttavia per quanto riguarda le malattie di cui abbiamo parlato sopra, gli anticorpi efficaci sono solo quelli che la mamma trasferisce durante la gravidanza, e come abbiamo detto sopra li trasferisce solo se li ha. Per averli il modo più certo è quello di vaccinarsi.
Per cui, mamme future, controllate se siete immuni contro queste pericolose malattie e se non lo siete vaccinatevi prima di cercare un bimbo.
Se il bimbo lo avete già avuto, vaccinatelo così i virus non circoleranno; e se avete avuto come me la fortuna di avere una bimba, vaccinatela con ancora maggiore convinzione e tranquillità come ho fatto io: quando sarà madre i vostri nipotini saranno al sicuro.
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Maternal immunization as a strategy to decrease susceptibility to infection in newborn infants. Curr Opin Infect Dis. 2013 Jun;26(3)
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ciao volevo chiederti delucidazioni sulle vaccinazioni in allattamento, soprattutto nell’immediatezza del parto e prima del terzo mese dalla nascita in cui si comincia a vaccinare il neonato. Mi chiedevo se fosse possibile vaccinare la madre e se gli anticorpi materni possano avere una qualche efficacia nel sistema immunitario del neonato. Grazie
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