Nonostante siano passati degli anni, quando si perde una persona cara ti rimane un grande vuoto, la malinconia ti attanaglia, il dolore non si cancella, cerchi di dare una spiegazione razionale a quello che inevitabilmente il destino ha voluto. Ma non ce la fai. Ci sono sensazioni, ferite profonde che ci accompagnano tutta la vita, pian pianino si cicatrizzano, ma il segno rimane.
Ti aggrappi al senso che può avere la vita, al fatto che non è possibile che tutto questo succeda proprio alle persone che meno se lo meritano, portando una pesantezza sull’anima a volte insostenibile. Soprattutto quando a farne le spese è un grande campione di battute, sia in campo che nello spirito, che era Dario.
Ripenso a te, oggi 25 Aprile sarebbe stato il tuo compleanno, chissà quante cose saresti riuscito a realizzare. Avevi tanti sogni che la morte, quella superba, ti ha maleducatamente strappato in maniera ingiusta e inaccettabile. Questo ci ha lasciato impreparati, increduli, impauriti, siamo stati al tuo fianco sino alla fine assieme ai tuoi cari amici che tanto ti volevano bene;
Ripenso a te non come mio zio , ma come un caro amico, avevamo solo 5 anni di differenza, ti vedevo come la persona da imitare, ero fiera del fatto che avevi sempre per tutti un sorriso, elargivi consigli saggi e amavi circondarti da amici. Per te erano tanto importanti, come la tua famiglia;
Ripenso a te come un maestro, amavi lo sport, il tuo tennis , correre e ballare la salsa. Guarda caso le stesse cose che oggi piacciono anche a me. Quando vado a correre e ho voglia di mollare dalla stanchezza mi ricordo dei tuoi insegnamenti: “Miriam respira, tieni le braccia in questa posizione e pensa a delle cose che ti fanno stare bene” e allora non mollo. E questo vale come sprono per tutte le difficoltà che devo affrontare, sei sempre al mio fianco;
Ripenso a te e mi viene in mente l’estate di quando ero piccola, sì, quando il nostro pensiero era preparare uno spettacolino per far divertire gli amici, andare al mare, tuffarci, giocare a nascondino, guardare un film, mangiare una focaccia. Giornate semplici ma contornate da risate con le tue “battute” alla castellanese. Ahimè, si potesse tornare indietro e riscrivere un altro finale..;
Ripenso a te come una forza, perché nonostante le numerose difficoltà hai studiato tanto tenendo bene in mente cosa volevi fare per poter raggiungere i tuoi obiettivi. Non hai mai dato preoccupazioni ai tuoi genitori ma solo grandi momenti di felicità e di grande fierezza;
Ripenso a te e ti chiedo scusa. Scusa perché quel giorno sul letto ti ho mentito, ti ho dato speranza anche se sapevo che non c’era più nulla da fare, ti ho abbracciato e ti ho sorriso anche se in cuor mio volevo gridare, ti ho parlato di volontà, di insistere, continuare con la fisioterapia. Ed in verità nulla era più possibile. Non ho avuto il coraggio di farlo, ma ho anche evitato di guardarti negli occhi… In quel momento avrei voluto piangere assieme a te, ma non potevo farlo, non potevo affossare il tuo animo ancora di più...perdonami.
Elaborare un dolore per una perdita non è cosa da poco perché non ci si abitua al dolore, non ci si abitua alle perdite, non si può dimenticare la frustrazione di sentirsi inermi davanti a quello che non si può cambiare. Bisogna probabilmente acquisire consapevolezza che niente è per sempre, soprattutto la VITA. Peccato che molte volte assume poca importanza, quasi nessun valore, sembra tutto dovuto, eppure è un dono che dovrebbe essere ringraziato ogni giorno, soprattutto per chi come te, e come tanti altri, avrebbe voluto vivere e non può farlo per via di una terribile malattia.
Zio Dario, ovunque tu sia tanti auguri. Nel cuore di chi ti ha conosciuto, di chi ti ha voluto bene vivrai per sempre…