Bambini costretti ad abusi sessuali, costretti a vivere nella violenza e dalla realtà contornata dal degrado in cui crescono, questo emerge dalle parole di chi vive nell’isolato 3 del Parco verde. Non ho parole per quello che è accaduto alla povera Fortunata Loffredo chiamata Chicca. Aveva solo 6 anni e nell’omertà della gente è andata via, era colpevole solo di essersi voluta difendere da un mostro che voleva farle del male un altra volta..
Dalle indagini per la morte di Chicca emerge il ruolo passivo, indifferente, distaccato di Marianna Fabozzi, la compagna 26enne di Raimondo Caputo, che è ritenuto il principale assassino della bimba. Le uniche che hanno contribuito ad incastrare il mostro, sono state le 3 figlie della Fabozzi, Dora, 11 anni, Angela, 6 anni e Raffaella, 4 sono state loro a permettere una “svolta” e a consentire agli inquirenti di far luce sulla tragica fine della piccola. Nei loro disegni spaventosi e nei racconti i particolari del delitto e alcuni, dolorosi retroscena, come quelli che descrivono gli abusi subiti fra le mura di casa, alla presenza della mamma, senza che questa muovesse un dito per impedirli.
Questo mi ha lasciata totalmente incredula, sconvolta, un comportamento ripugnante, inammissibile.. La “mamma” era a conoscenza degli abusi e rassicurava le bimbe dicendo loro che il dolore (per le violenze) sarebbe presto passato. Ma come si fa? Con quale coscienza riusciva a guardare i suoi figli negli occhi?
Oggi anche Marianna Fabozzi è in carcere per aver omesso di denunciare le violenze a cui il suo compagno 44enne costringeva le sue tre figlie, perché chi non parla si rende partecipe degli stessi reati. La stessa risultava già indagata per omicidio colposo per la morte del piccolo Antonio avvenuto 13 mesi prima della morte di Chicca, anche lui deceduto precipitando da una finestra della casa della nonna materna nello stesso stabile. Fatalità? Non credo…
La Fabozzi – si legge nell’ordinanza – “deve ritenersi responsabile di concorso nel reato di violenza sessuale”. “Benché a conoscenza dei fatti – si legge nell’ordinanza – la madre ha omesso di denunciarli e di chiedere l’intervento dell’autorità, limitandosi invece ad esortale la vittima alla sopportazione e al perdono”.
Raffaella, Dora e Angela sono state allontanate dai genitori e affidate a una struttura protetta per minori. La bimbadi 11 anni ha esordito così: “Finalmente ho detto tutta la verità, sono felice ora, mi sento più tranquilla, quello deve pagare per quello che ha fatto”. Le piccole hanno gravi difficoltà e risentono ancora del trauma cagionato dagli eventi drammatici di cui sono state vittime e testimoni. Napoli Fan Page
La mamma di Chicca già sospettava che il mostro viveva nello stesso palazzo:
Vorrei concludere con due riflessioni personali
1) Ma le autorità, i servizi sociali perché a quel punto non hanno subito tolto le figlie a Marianna Fabozzi? Perché hanno lasciato che stessero ancora in casa con una “mamma” accusata di omicidio e psicologicamente instabile? Anche loro hanno colpa…
2) Da mamma credo che in questa brutta vicenda sia mancata anche un altra cosa molto importante, IL DIALOGO e l’ OSSERVAZIONE dei cambiamenti (mi sembra improbabile che non ci siano stati dei “segni” premonitori che facessero intuire che qualcosa non andava per il verso giusto). Per questo, credo sia fondamentale coltivare giorno per giorno fiducia, senso di rispetto, condivisione, apertura all’ascolto, interagire interessatamente con i propri figli. Devono sentire che facciamo parte della loro vita, che siamo al loro fianco e che possono contare su di noi. Prima che sia troppo tardi…
L’ha ribloggato su bUFOle & Co.e ha commentato:
La Fabozzi era già madre a 15 anni. Che sia stata anche lei vittima di abusi? Non che questo la giustifichi, nel caso renderebbe la storia ancora più triste… 😦
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