Mettilo giù quel bambino, che prende il vizio..

“Fin dai primi mesi, siamo bombardate da consigli e avvertimenti che hanno come unico obiettivo quello di insegnarci a non viziare i nostri bambini.

­“Non tenerlo troppo in braccio che poi se si abitua…”­ “Mettilo giù quel bambino, che prende il vizio..”­ “Devi abituarlo a stare nella culla altrimenti quando crescerà sarai costretta a tenerlo in braccio di continuo.”

Quante volte avete sentito queste frasi? Personalmente ho smesso di contarle..Quando ve le sentirete rivolgere, le prossime volte, vorrei che pensaste alla storia che sto per raccontarvi.”

bimba e bambola.jpg

A scrivere a The Social Media Mama è mamma Elena Cavazzi, ha voluto raccontare la sua toccante esperienza che le ha aperto gli occhi e il cuore..buona lettura!

“Era l’estate dello scorso anno, avevo appena ricominciato a lavorare. Un lavoro temporaneo di pochi mesi e di poche ore, ma che mi teneva comunque lontana da casa tutti i pomeriggi.

La mia bimba aveva circa 18 mesi, da poco aveva iniziato a camminare perché è come sua madre, con i suoi tempi, che io non ho mai voluto forzare.

Quel giorno abbiamo pranzato insieme, solo io e lei, e ricordo che avevo fretta di risistemare la cucina per andare al lavoro. Non avevo ancora preso i ritmi ed ero ansiosa e agitata. Mentre riempivo la lavastoviglie lei continuava a chiamarmi, attaccata alle mie gambe allungava le braccia e iniziava con la sua litania “baccio, baccio” (in braccio).

Ero palesemente irritata, dovevo ancora finire di sparecchiare, pulire la cucina, prepararla per la nanna e poi metterla a letto per sgattaiolare a cambiarmi e prendere la macchina. Temevo di fare tardi.

Le risposi di no, che non avevo tempo.

In breve tempo la supplica si trasformò in pianto. Non cedeva, voleva a tutti i costi venire in braccio. Ripensai a tutte le volte che ero stata avvertita di limitare le prese, di lasciarla un po’ piangere e a quanto io, ostinatamente, avessi invece continuato a prenderla tra le braccia. In quel momento me ne stavo pentendo, forse avevano ragione.

Decisi di ignorarla e di continuare i miei lavori, ma lei sembrava inconsolabile.

Ad un certo punto, non so neanche io come mi sia venuto in mente, per distrarla le dissi:

“Dai, senti che Lilli (la sua bambola) piange, vai da lei.”

Mi diede una lezione che non dimenticherò mai più. Mi guardò un secondo con le sue lunghe ciglia bagnate e le grosse lacrime sulle guance, si avvicinò svelta alla sua bambola e la prese in braccio. Se la strinse forte al petto e la cullò.

Probabilmente un pugno nello stomaco mi avrebbe fatto meno male.

Con tutta la semplicità e l’innocenza che solo i bambini possono avere, mi mostrò quello che avrei dovuto fare con lei, quello che lei si aspettava da me.

Mi sentii talmente piccola e colpevole che mi si strinse un groppo in gola.

Per loro non esistono i piatti da lavare, gli impegni di lavoro, il tempo. Per loro contano solo le emozioni. Sono quelle che muovono il mondo e io non solo me ne ero dimenticata, ma le avevo sottovalutate mettendoci davanti i miei impegni e quello che sconsiglia la gente..

Da allora, ogni volta che mia figlia mi chiede di prenderla in braccio la accontento. Se sono impegnata le spiego che ho poco tempo e che non posso tenerla tanto, ma non le faccio mai mancare un abbraccio e una coccola veloce.

Perdiamo troppo tempo dietro alle cose da fare che corriamo il rischio di toglierne troppo a loro, ai nostri bambini che vivono di amore ed emozione.

Care mamme, quando vi dicono che prendendo in braccio i vostri figli li viziate pensate alla mia bimba e alla sua bambola, a quanto è stato naturale ed istintivo per lei regalarle un abbraccio.

Non ascoltate tutti i professori che vi circondano (parenti  e amicicompresi), ascoltate il vostro istinto e i vostri bambini, loro vi diranno cosa fare; Soprattutto quando sono così piccoli i bambini non hanno vizi, non sanno neanche cosa siano, hanno solo bisogno di amore e contatto.

Anche a livello scientifico è provato che il lato del cervello che sviluppano prima è quello delle emozioni e se piangono perché vogliono venire in braccio non lo fanno per farvi un dispetto, ma solo un bisogno di voi, del vostro calore, del vostro profumo e dei vostri caldi abbracci. Ne hanno un bisogno quasi fisico. Rispettateli.

E non perdete tempo a spiegarlo a chi vi circonda, tanto non sarete capite. Asserite e continuate sulla vostra strada.

L’amore e il rispetto non possono che fargli bene….”


LIBRO CONSIGLIATO : Bésame mucho. Come crescere i vostri figli con amore”

SEGUITECI SULLA PAGINA!

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