L’unica cosa che la Costituzione dovrebbe tutelare è creare delle politiche atte a incentivare e valorizzare le donne, non a sminuirla con il marketing spicciolo.
Due le critiche principali verso lo slogan come ‘Sbrigati, non aspettare la cicogna’ o ‘La fertilità è un bene comune’. Lasciatemelo dire, questa campagna è un flop ovunque la si voglia guardare. Lanciando il #fertilyday tutto è stato ridotto a numero, demografia, difesa della razza, donne-contenitore, sembra più assomigliare al titolo di una commedia sexy all’italiana degli anni ’70.
E’ un’offesa a chi non può avere un figlio o non ha un lavoro per mantenerlo quel figlio. Mi meraviglio per la sensibilità di elefante dimostrata.
Le donne non hanno bisogno di un Fertility Day per ricordarsi di quando fare figli (se permettete lo sappiamo benissimo a quello a cui andiamo incontro). Ma forse di una vita gratificante ed un lavoro (con possibilmente asili nido nelle vicinanze), per eventualmente in un futuro (liberamente), pensare di avere figli…
“In un Paese con il tasso di disoccupazione come quello italiano, dove chi ha talento, ambizioni e speranze emigra – scrive ad esempio Saviano – dove chi non ha la solidità economica di un famiglia che possa garantire studi e accesso alla professione, lascia il Paese, sembra una presa in giro”.
Parlare e avviare una propaganda di diritto alla maternità è ben altra cosa, così come discutere di generosità genitoriale che sia biologica oppure no. Non è che rinunciare a diventare genitori sia una moda..
Il Ministro ha cercato di correre ai ripari rispondendo alle critiche direttamente all’Ansa che:
E’ un problema in crescita che riguarda sia gli uomini che le donne. Abbiamo istituito un ampio tavolo di lavoro dove erano presenti esperti medici di molte specialità, dai ginecologi agli andrologi, endocrinologi e pediatri, psicologi e ancora sociologi ed economisti. E’ stata individuata la necessita’ di informare le persone perché è emerso che spesso manca la consapevolezza dei tempi della fertilità, che varia a seconda delle eta’.
Oramai il crash è stato fatto e se l’obiettivo della campagna era ottenere attenzione, è stato raggiunto. Il buzzing in Rete, soprattutto su Twitter, è evidente l’hashtag è ormai trending topic sui social, con molti commenti negativi soprattutto di donne arrabbiate e deluse.
Per esempio leggete questo:
E non potevano mancare anche delle vere e proprie freddure da veri maestri social e intenditori degli spot. “Ceres c’è” (e per fortuna aggiungerei anche su Facebook )
..un po’ di sano umore che in questa situazione irreale fa sempre bene.
Beviamoci sopra che è meglio…