FESTA del Papà. E’ l’occasione per ricordare al papà quanto sia importante, quanto gli si vuole bene e magari, se è possibile, passare un po’ di tempo insieme. Sì, bella ricorrenza ma, non posso negare che ogni volta mi cala una gran tristezza, un buco nel cuore mi pervade, i ricordi pieni di dispiaceri mi riaffiorano ed esplodono come lava da un vulcano per troppo tempo sotto pressione. Rabbia mista a dolore.

La verità è che ogni bambino dovrebbe avere al suo fianco un papà che lo ama, lo accudisce, sia sempre al suo fianco, lo sproni, lo aiuti a crescere, lo indirizzi, lo sostenga, lo accompagni nel cammino della vita.. ed invece la dura realtà è che non sempre è così come si vorrebbe, non sempre è così come lo si dipinga quel “papà”.
A volte è indifferente, inesistente, egoista, non gli importa nulla di te, dei tuoi traguardi, dei tuoi obiettivi, nulla di nulla. E la domanda rimbomba giorno dopo giorno: Perché io non sono uguale ai miei amici? Perché io non ho un papà?
E allora vai avanti con la consapevolezza che non potrai mai contare su di lui, vai avanti a metà, come quando cammini su un muretto poggiando il piede ad una estremità e ti manca l’appoggio, cerchi di trovare l’equilibrio, ti senti smarrito, cerchi di stringere i denti, ti costruisci una corazza per non soffrire. Hai bisogno di punti fermi, di routine, tranquillità, di trovare sicurezza, quella che ti è mancata dalla nascita. Hai paura di fidarti della gente, di trovare il tuo cuore nuovamente strapazzato….
Eppure poi arriva il giorno in cui tutto cambia.
Soprattutto quando la rivincita la vedi nei tuoi figli, amati, coccolati e abituati ad avere amore sincero, come dovrebbe essere da un papà che darebbe e farebbe di tutto per loro.
Oggi il mio grazie è rivolto a loro, ai Super Papà che sono presenti, aiutano, sono il braccio destro dei loro figli, la spalla ideale per baci e coccole, il conforto ideale dopo una caduta dalla bici o un braccio sbucciato, rappresentano la forza e il coraggio che scaccia via i mostri sotto il letto, hanno la voce grossa quando fanno il “bubù settete” e fanno ridere da matti quando sbagliano come preparare un biberon,.
Ho allevato da solo per 12 anni i miei figli da solo a casa mia. Non è più entrata nessuna donna. Adesso hanno preso il volo. Mi sento solo e inutile. Ma fa parte del gioco
Mi sento anche un po’ orgoglioso quando chiamano per consigli o solo per parlare. E la Mia ex per decantava dell’ inutilità del maschio….. Povera docente di scuola pubblica…..
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Un buon padre rispetta anche la sua ex che è sempre la mamma dei suoi figli…
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