La rabbia nei bambini: insegnagli ad esprimerla

La rabbia dei bambini disorienta, allarma, sorprende, imbarazza, preoccupa. Di fronte alla rabbia dei nostri figli spesso noi genitori dobbiamo riuscire a gestire non solo il loro sfogo, ma anche le nostre reazioni, perché ci mettono a dura prova risvegliando insofferenza e impotenza. La rabbia è un istinto, una forza spontanea con la quale il bambino cerca di “farsi carpire”, è una forma di autoaffermazione, è una richiesta di amore ed un modo per chiedere aiuto. Avere un buon rapporto con la rabbia è importante per crescere: come insegnarglielo. Ecco alcuni consigli a cura della Psicologa clinica e dell’età evolutiva Benedetta Marconi

shutterstock_145376884.jpg

Con il termine rabbia si intende indicare una condizione di grande irritazione che può provocare reazioni incontrollate nell’individuo coinvolto. Molto spesso la rabbia viene considerata la tipica reazione alla frustrazione e alla costrizione, sia fisica che psicologica.

Tuttavia, spesso ci si arrabbia quando qualcosa o qualcuno si oppone alla realizzazione di un nostro bisogno, soprattutto quando viene percepita l’intenzionalità di ostacolare l’appagamento.

Un bambino, ad esempio, si arrabbia quando non può ottenere ciò che desidera ed esprime un’emozione per poter ritrovare successivamente un equilibrio ed accettare la mancata realizzazione del desiderio. Ciò rappresenta una tappa necessaria della crescita per poter imparare a rinunciare. La rabbia corrisponde, quindi, a un’emozione molto importante, tuttavia sembra essere una delle manifestazioni che ci spaventano di più.

Si cerca allora di fare di tutto per fingere che non esista come se corrispondesse solo a qualcosa di negativo e di distruttivo di cui avere paura. Spesso non ci rendiamo conto che attraverso la rabbia sentiamo la necessità di esprimere e di comunicare altre cose come ad esempio l’angoscia, il dolore o l’impotenza ovvero sensazioni che se fossero espresse attraverso altri canali potrebbero gettare un ponte fra noi e gli altri.

La rabbia rappresenta, quindi, un considerevole tentativo di comunicazione seppure si manifesti attraverso l’utilizzo di modalità inadeguate.

Ritengo che sia essenziale imparare ad ascoltare le rabbie dei propri bambini in silenzio ed evitando di farsene spaventare e allontanare. Restituire un senso alla propria rabbia e a quella dei propri figli può essere un tentativo di recupero delle emozioni che ci stanno dietro anche quando sono impegnative da gestire e da tollerare.

Esistono alcune tecniche e strategie che possono essere applicate nella vita di tutti i giorni per cercare di comprendere ed arginare le reazioni di rabbia in se stessi e nei propri figli:

  • Creare dei piccoli gruppi costituiti dai genitori e da un conduttore che abbia esperienza in merito che lavorino sul tema della rabbia attraverso l’ascolto o il riascolto di una favola e la discussione libera di tutti gli aspetti più importanti che emergono. Le fiabe, infatti, rappresentano uno strumento di comunicazione emotiva molto potente perché aiutano a scoprire le soluzioni adattive e mandano il messaggio che nella vita le difficoltà sono inevitabili, ma anche superabili e perché stimolano a sperimentare l’aggressività imparando a graduarla, invece che a reprimerla e a soccomberne. I principali obiettivi che la creazione di questi gruppi si propone sono:

 

  • Educare ai sentimenti favorendo l’acquisizione di una maggiore consapevolezza del mondo interno e delle emozioni sia dei bambini che di noi adulti.
  • Favorire la possibilità di guardare la realtà che ci circonda anche da altri punti di vista, favorendo una maggiore elasticità mentale e una maggiore adattabilità alle situazioni.
  • Condurre ad un ascolto più attento e rispettoso dei bambini e dei loro eventuali segnali di sofferenza.
  • E’ possibile anche per i genitori organizzare un “Piano per la rabbia” che deve essere costituito dal pensare a quali situazioni possano evocarla nel proprio bambino e dallo stabilire delle strategie per insegnargli a fronteggiarla e a negoziare la sensazione stressante nel momento in cui la vive. Un “Modello di Piano per la rabbia” potrebbe essere costituito dalle seguenti fasi:
  1. Identificare la possibile situazione critica in anticipo.
  2. Comprendere sentimenti e ragioni che sottostanno alla rabbia.
  3. Programmare in anticipo come esprimere le sensazioni in modo appropriato.
  4. Identificare indizi o segnali che l’adulto può fornire al bambino.
  5. Identificare i pensieri caldi(irrazionali e che automaticamente generano rabbia nel bambino) e quelli freddi (razionali che permettono al bambino di riflettere prima di reagire in modo aggressivo) che indirizzano quel comportamento.
  6. Scrivere il piano. Usare disegni o fotografie se necessario.
  7. Appendere il piano dove possa essere facilmente visibile al momento della rabbia.
  8. Seguire il piano.
  9. Premiare o fare apprezzamenti al bambino per comportamenti positivi.
  10. Mettere in atto le consegne stabilite se il piano non è stato rispettato.
  11. Discutere in seguito, quando è tornata la calma, di ciò che è successo insieme al bambino.
  12. Allenarsi nell’eseguire il piano prima che la situazione critica abbia luogo.
  13. Se tutto ciò fallisce potrebbe essere utile applicare la tecnica del “Time-Out” in cui

Si invita il bambino a trascorrere pochi minuti seduto in un’area a ciò designata (può essere una sedia della cucina, un angolo della casa, il suo lettino, etc.) finché non si sia calmato.

In questo modo gli si insegna che gli scoppi d’ira hanno delle conseguenze e che è meglio trascorrere del tempo da soli quando ci si sente particolarmente frustrati o irritati. Quindi il bambino viene messo in uno spazio dove dovrà stare in questa situazione fino a quando il genitore gli dirà di potersi alzare.

E’ importante operare su due fronti: aiutare i genitori a capire meglio se stessi e in questo modo a rapportarsi con i propri figli nelle situazioni conflittuali e favorire in loro l’acquisizione di alcune tecniche e strategie da poter applicare nei momenti più critici.


 

          Siete alla ricerca di un sostegno psicologico per i vostri bambini? La Dott.ssa Benedetta Marconi opera su appuntamento a Bologna Tel. 340 307 0029

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...