Andare oltre un sorriso: quando le mamme trattengono le loro emozioni

Ci ho pensato tanto, ma ho deciso di raccontarvi il perché di questo sorriso liberatorio…
Tutto inizia sabato 10 giugno, ero stanca, demoralizzata.. mio figlio era dal 4 giugno ammalato. Lui con febbre alta, noioso e super attaccato alla sua mamma tanto che io non riuscivo a dormire, riposare, dedicarmi al lavoro, sempre chiusa in casa a prendermi cura di lui.

Miriam Maurantonio Blogger

Ma la cosa che mi ha rammaricato di più è stato non riuscire neanche ad andare a prendere mia figlia Alice da scuola il suo ultimo giorno…
Così, visto la sua partenza imminente per il mare, ho avvertito all’ultimo minuto la mia amica Antonia, lasciato Diego alle cure del papino e sabato 10 giornata dedicata solo alle donne.

Tutto andava bene sino a quando, mentre mi piego per provare delle scarpe, la mia amica mi guarda e dice: “Ma fatti vedere bene, vieni qui. Ma sai che hai una palla dietro alla schiena?”

Ecco, non vi dico come è cambiata la mia espressione.

Ho dato inizialmente di istinto la colpa allo stress, al fatto che probabilmente prendendo sempre il bambino in braccio fosse stato uno strappo da nulla.
Eppure cavolo toccandomi dietro la schiena si sentiva qualcosa…aveva ragione.. Una palla grossa davvero l’avevo e non me ne ero mai mai accorta.. ma la cosa più triste è stato pensare alla parola “palla”.

Mio zio è morto proprio per una palla che pensava fosse una semplice ciste che gli era uscita sul sedere.
Mi ricordo ancora quel giorno.
Dovevamo prenotare la sala del matrimonio alla Selva di Fasano e lui scherzando mi disse:”Oh, Miriam guarda qui cosa mi è venuta! Devo andarla a togliere!” e si prendeva in giro, in modo sereno, che fosse una formazione di grasso comparsa nel posto sbagliato.
Anche lui aveva prenotato quella sala, voleva coronare il suo sogno di portare sull’altare la sua fidanzata storica. E invece dopo circa un anno è morto lasciando un vuoto enorme…

Ecco, io da quel sabato le ho pensate tutte, ma nonostante la situazione ho cercato di essere forte, positiva…perché una mamma deve esserlo per i suoi figli...infatti poche persone sapevano di questo mio subbuglio interiore.

Ho prenotato l’ecografia fatta scorsa settimana che ha evidenziato una “palla”da 5 cm e oggi alle 16,30 sono stata all’Ospedale Maggiore per fare una risonanza.
La prima risonanza della mia vita e devo dire che non è per nulla piacevole stare 15/20 minuti dentro uno spazio così limitato con tutti quei rumori e pensieri che girovagano, tremavo come una foglia..

Però ho conosciuto uno staff disponibile, pronto ad ascoltarti, gioioso, super gentile che mi ha riempito di complimenti, mi ha rassicurato e un Dott. preparato ed empatico. (Per favore ringraziatelo da parte mia se lo conoscete il Dott. Orlandi).

La mia “palla” è un lipoma, un tumore benigno formato da tessuto adiposo che mi ha consigliato comunque di asportare.
Non potete capire!! Mi sono alleggerita di un macigno pesantissimo!

Però devo essere sincera. In questi giorni non ho pensato a me, a quello che poteva accadermi….in fondo la mia gioia più grande sono i miei figli, se stanno bene loro va tutto bene, e il resto passa in secondo piano.

Lo sforzo più difficile è stato continuare le giornate facendo finta di stare bene, non far pesare agli altri il tuo stato d’animo, racchiudere le tue emozioni in un cassetto, archiviarle per un attimo aspettando l’esito.

Quando si dice che “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile. Sempre” è proprio vero….spesso dolore e sofferenza si celano dietro un sorriso accennato o un’apparenza serena o dietro a un silenzio.
Non sai mai come sta veramente l’altro specie se ti dimentichi di domandarlo e magari ci pensi quando è troppo tardi, quando ormai sarà solo un rimpianto.

Quando chiedete: “Come stai? Come va?” e vi rispondo per prassi: “Sto bene. Tutto ok” magari non è tutto così idilliaco come vi dicono, magari quel qualcuno ha bisogno di essere compreso e ascoltato….cerchiamo di “andare oltre” quel muro.

Una cosa è certa. Non sappiamo quando possiamo ancora sostare e gioire in questa terra infatti, spesso, l’errore più grande che gli uomini commettono è quello di vivere nella convinzione che vivranno per sempre.

Anche per questo motivo è bene seminare sempre amore, accogliere, donare una parola, un po’ di conforto, un po’ del proprio tempo, un sorriso, un gesto carino, un messaggio inaspettato, un abbraccio, parlare, guardarsi negli occhi e mettere fine a piccoli diverbi o incomprensioni.

È chissà, almeno qualcosa di positivo, forse, potrà rimanere un domani nel cuore di qualcuno o, almeno, possiamo sempre dire di averci provato…


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